Spiegare la mia collezione sposa ispirata a Donna Franca è un po’ come parlare di un periodo della vita che avete condiviso con qualcuno che vi sta a cuore, perché quando ci si affeziona ad un personaggio, questo prende vita ed è questo che ho provato a fare, dare vita a chiffon e pizzi per raccontarvi di lei, la regina di Sicilia.
Quando creo i miei abiti penso sempre alle donne che li indosseranno, l’abito deve valorizzare la figura femminile e conferire fascino, per questo la mia ispirazione non è solo basata sulla ricerca stilistica, ma cerca di prendere spunto dalla storia, dai personaggi e dalle atmosfere che hanno un significato importante da trasmettere, un abito non è solo stoffa è molto di più. “Donna Franca” è una collezione sposa che racchiude tutte queste caratteristiche.
Franca Florio rappresenta un ideale di donna che mi piace molto, una donna elegante, sensibile e fiera, il cui mito è arrivato fino a noi grazie alla sua modernità, una donna che ha mantenuto la sua proverbiale grazia sia nei momenti di splendore che nella decadenza.
Voglio che le mie clienti abbiano la sensazione di indossare non solo un abito, ma un racconto in cui si rivedano, voglio che si sentano libere di essere se stesse senza alcun rimpianto e che nel loro giorno più bello siano splendide e uniche, proprio come Donna Franca.
La MORE Bridal Collection “Donna Franca” parte dalla ricerca degli abiti indossati dalla gentildonna palermitana, abiti couture di fine secolo che proponevano una figura femminile cosiddetta ad “S”, con vita stretta e petto in avanti, naturalmente riproporre questa figura oggi sarebbe stato fuori luogo oltre che scomodo per chi la indossa, per questo ho ricercato degli spunti soffermandomi sui dettagli, in particolare mi sono concentrata sullo stile floreale del tempo, sui ricami e le applicazioni sui tessuti che impreziosivano le stoffe del periodo liberty. Ma tutto ciò non basta se non si riesce a trasmettere l’allure di una donna incredibilmente affascinante sia per la sua eleganza che per il suo essere all’avanguardia. Gli abiti dovevano avere queste due qualità: ricercatezza con uno stile romantico ben definito, ma anche risultare moderni e vivaci.
Per ottenere questo risultato ho studiato tutto il movimento artistico del periodo, in primis le architetture e i motivi floreali del liberty palermitano e del Basile, con particolare riferimento al villino Florio, ma è un po’ tutta l’art nouveau ad avermi ispirato, l’arte nuova, un principio di rinnovamento che credeva fermamente nella sinergia tra le diverse arti e la moda era considerata una fra esse.
Era il momento in cui emergevano artisti come Boldini che avrebbe ritratto anche Donna Franca e Alfons Mucha, l’artista ceco che attraverso le sue illustrazioni proponeva figure femminili sensuali o angeliche, definite con linee morbide ed inserite in forme circolari, decorate con fiori e fasciate con teli drappeggiati o elegantemente vestite. Ecco allora che anche le linee dei miei abiti si fanno morbide e fluttuanti, con delicate trasparenze tra i tessuti e ricami floreali che restituiscono quella sensualità e quell’innocenza che coesistono anche nelle opere di Mucha e in ogni donna.
Quello che più amo della Belle Epoque e dell’arte Liberty è il concetto di innovazione e cambiamento che è visto come un’opportunità e quale cambiamento è più importante del giorno delle proprie nozze? Per questo credo che ogni abito della mia collezione sposa esprima, con il linguaggio della moda, un invito a prendere in mano la propria vita e a portarla avanti elegantemente e con fierezza, come è stata capace di fare Donna Franca Florio anche difronte alle avversità. Ogni donna che vorrà indossare un capo della mia collezione è come se facesse un tuffo dal passato verso un futuro migliore.